Arbitri e dintorni

È un modo di fare tutto italiano quello che succede sugli spalti dei campi di calcio ogni fine settimana: da semplice spettatori diventiamo tutti allenatori e arbitri. Oggi vogliamo proprio parlare dei direttori di gara, giacchette nere o fischietti, che dir si voglia, il nome non è sicuramente importante quanto il loro operato in una partita di calcio.

Sarebbe facile giudicarli dal punto di vista tecnico: considerato che ogni fine settimana nascono polemiche in serie A, figuramoci cosa si potrebbe dire di un arbitro che ha appena diretto una partita di seconda categoria?

Quello che intendiamo portare alla luce in questo articolo, è come una persona al di sopra delle parti, a prescindere dagli errori durante il suo arbitraggio, all'improvviso diventi arrogante e maleducato nei confronti dei giocatori.

Si potrebbero ammettere molte attenuanti quando si parla di un arbitro di seconda categoria, il fatto, prima di tutto, che sono dei dilettanti, proprio come le squadre in campo, poi che si trovino da soli a dover controllare almeno venti persone per squadra (considerando giocatori e accompagnatori).

Non si può comunque tollerare che un direttore di gara chiami in udienza privata un giocatore nel proprio spogliatoio a fine partita e lo insulti dandogli del malato di mente e invitandolo a curarsi, il tutto esprimendosi in un perfetto dialetto ternano!

Artefice del curioso episodio, è il signor Nicholas Cirillo della sezione di Terni, il quale, lo scorso sabato, è stato chiamato a dirigere per la sua sesta volta in carriera, una partita di seconda categoria, Otricoli - Del Nera, terminata con il punteggio di 1-1 e con l'espulsione per doppia ammonizione al 35' del secondo tempo di Marco Boccoli, giocatore del Del Nera.

Il fischietto ternano, classe '95, ha rivolto proprio al bomber sanliberatese queste parole dopo aver chiesto ad un dirigente della sua squadra di poterlo far chiamare. Uscito scosso e allibito dallo spogliatoio dell'arbitro per gli insulti ricevuti, il giocatore racconta il tutto ad un dirigente del Del Nera, il quale si precipita dall'arbitro per chiedere spiegazioni sul comportamento e sulle parole usate nei confronti del predetto giocatore; questa volta il giovane arbitro, con tono professionale, ha solo invitato il dirigente a farsi ripetere quelle parole dal suo giocatore, dimostrando, per sua fortuna, di conoscere anche l'italiano.

Per prima cosa, parlare con un giocatore nel proprio spogliatoio al riparo da altre orecchie, non crediamo sia un comportamento insegnato durante la formazione degli arbitri, poi, speriamo che la maleducazione avuta nell'occasione dal signor Cirillo, sia stata l'unica in questa sua carriera triennale, in cui, fino a qualche mese fa, avrebbe potuto evidenziare la sua superbia dirigendo esclusivamente ragazzi della sua età.

Ci auguriamo che i competenti Comitati Regionali, possano, in tal caso, ascoltare le parole delle società e che prendano provvedimenti nei confronti del suddetto e di tutti quei direttori di gara che, ogni tanto, dovrebbero farsi un bagno di umiltà e realizzare che comportarsi con arroganza e maleducazione non aiuta il sano svolgimento di una partita di calcio e, soprattutto, non compensa i limiti di tutti i "professionisti" del mondo dilettantistico.

 

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